Osservazioni sul progetto di potenziamento della Diga Foranea Duca d’Aosta davanti al litorale di San Giovanni a Teduccio

Pubblicato 
sabato, 22/11/2025
Di
Enzo Morreale

I lavori sono in corso dal 2024 e la consegna è prevista per la prossima primavera, ma permangono dubbi riguardo all’impatto ambientale e alla qualità urbana.

Ritorno a commentare i piani sulla linea di costa: problemi e novità si accumulano, mai nella direzione auspicabile.

L’opera, tenuto conto della sua funzione, indica chiaramente le scelte urbanistiche già compiute e quelle che ancora si apprestano ad approvare, mediante le quali San Giovanni a Teduccio e tutta l’Area Orientale devono essere destinate alla logistica e al traffico dei combustibili.

Tali scelte contrastano con le aspettative dei residenti e con quanto il Comune di Napoli lascia intendere alla cittadinanza, alla quale promette la riqualificazione e il recupero del rapporto con il mare, che tuttavia non risultano supportati dalle decisioni effettivamente assunte a tutti i livelli.

La Diga Foranea sarà allungata di ulteriori 271,70 metri mediante 13 cassoni cellulari modulari in cemento armato, posati nel tratto di costa antistante l’ex Corradini; essa si attesterà all’altezza dell’Alveo Volla–Pollena.

Nonostante le tonnellate di pietrisco e cemento impiegate e le imponenti attrezzature utilizzate, i documenti assicurano che l’opera non produrrà alcun impatto sull’ambiente né durante la fase di cantiere né in quella di esercizio.

Il prolungamento, secondo il promotore, serve «per garantire la sicurezza della navigazione del canale di accesso di levante del Porto di Napoli, nonché per la stabilità e la sicurezza dell’ormeggio delle navi in accosto alla banchina del costruendo terminal contenitori della darsena di levante».

Stranamente, nessuno parla di questo progetto, salvo poi sostenere che saranno recuperate la balneabilità e la fruizione della linea di costa, elementi che allo stato non risultano affatto previsti, ad eccezione di un piccolo tratto di litorale a Pietrarsa.

Nelle relazioni allegate al progetto si sottolinea che «il Piano Regolatore Portuale (PRP) vigente [quello del 1958] contempla un prolungamento dell’attuale diga di ulteriori 1.308,7 m, unitamente alla possibilità di eseguire nuovi moli a pettine a ridosso del litorale di San Giovanni a Teduccio».

Tradotto, significa che l’AdSP, oltre a realizzare il prolungamento della Diga Foranea, ritiene ancora attuali le disposizioni del PRP del 1958, che prevedevano l’occupazione quasi totale del litorale di San Giovanni a Teduccio. Nei più recenti documenti di pianificazione, l’AdSP sostiene reiteratamente che sarebbe stato auspicabile espandere ulteriormente l’area portuale oltre Pietrarsa.

Nel 2017, l’AdSP, con il «Masterplan del Porto di Napoli», mise nero su bianco la proposta di costruire moli davanti alla Corradini e di abbattere gli antichi opifici sottoposti a tutela. In sostanza, il piano prolungava la Diga Foranea oltre il depuratore, fino a lambire la spiaggia del 2° Vico Marina. Il progetto naufragò ed è stato probabilmente, per il momento, accantonato. Ciononostante, l’espansione portuale prosegue.

Un aspetto assai significativo è che nei documenti della Regione Campania (Allegato B, Acque permanentemente vietate, 2025) il tratto di costa da Vigliena al 2° Vico Marina – per intenderci, lo stesso interessato dal PRP del 1958 e dal Masterplan del 2017 – è dichiarato non balneabile e non risanabile.

I documenti allegati al piano di prolungamento della Diga Foranea hanno esteriormente il pregio della “sincerità”; probabilmente si immagina che nessuno li leggerà mai. In sostanza, ripropongono l’insopportabile leitmotiv secondo cui:
«La scarsa qualità paesaggistica, ambientale e architettonica e l’assenza di beni ed elementi di particolare pregio in corrispondenza dell’area portuale entro cui si colloca il progetto fa sì che l’opera non determini impatti sulla componente paesistica».

Tale affermazione contrasta con i propositi formalmente dichiarati dal Comune relativi al progetto della Piazza Green – e non solo – che prospettano scenari suggestivi sul golfo di Napoli e la realizzazione di infrastrutture moderne e innovative, illustrate da magnifici rendering, destinate alla riqualificazione urbana e al recupero della balneabilità e degli arenili, elementi che affascinano, comprensibilmente, molti residenti.

Nei documenti si precisa, a scanso di equivoci, che «l’intervento, per ubicazione, tipologia e destinazione d’uso, oltre a non contemplare opere di abbellimento artistico o di valorizzazione architettonica, non riguarda tematiche progettuali inerenti il superamento delle barriere architettoniche».

L’intervento, suddiviso in due lotti, è stato autorizzato senza procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Il primo stralcio, per il prolungamento di 110,40 metri di diga, ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente, con Decreto Direttoriale dell’11/01/2021, la non assoggettabilità alla procedura di VIA.
Il secondo stralcio, relativo alla costruzione di ulteriori 160,30 metri di diga, ha ricevuto parere favorevole con il Decreto di non assoggettabilità a VIA n. 319 dell’08/11/2022.

I 13 cassoni in cemento armato sono stati realizzati nel Porto di Bari e trasportati in condizioni di galleggiamento fino al luogo d’impiego, dove vengono affondati nella posizione stabilita. Come indicato nella relazione, «i cassoni saranno zavorrati riempiendo le celle con pietrame internamente e calcestruzzo esternamente».

L’intervento è stato finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per complessivi 150 milioni di euro, destinati al «Prolungamento e rafforzamento della Diga Foranea Duca d’Aosta».

Come previsto dalle norme, il piano è formalmente vincolato all’osservanza di prescrizioni che, per quanto immediatamente osservabili, non risultano rispettate. Gli organismi preposti dovrebbero monitorare costantemente tutte le componenti, poiché riguardano aspetti che possono avere serie ripercussioni sulla salute umana.

I disagi percepiti nell’immediato riguardano la propagazione di ingenti quantità di polveri ultrafini e vibrazioni che, in alcuni casi, potrebbero aver causato le lesioni visibili al fabbricato del civico 54 di via Vigliena, oltre a mettere a dura prova l’equilibrio psicofisico delle persone, nonché rumori talvolta assordanti e improvvisi.

 A opere concluse, inoltre, dovremo fare i conti con gli effetti del funzionamento delle attività portuali a regime.

Conclusioni

Su questi aspetti risulta complesso instaurare un confronto con le istituzioni competenti, spesso poco disponibili al dialogo, poiché sembra prevalere l’obiettivo della mera realizzazione delle opere, senza un’adeguata considerazione delle criticità correlate. Le autorità, di fronte ai disagi dei residenti, non reagiscono come sarebbe auspicabile. Talvolta si percepiscono atteggiamenti di sufficienza e insofferenza, rendendo il confronto tutt’altro che agevole.

La diga, nella sua configurazione attuale, sarà poi interessata da ulteriori interventi previsti dal nuovo PRP in discussione, che prevede l’attracco di navi cariche di carburante lungo le sue mura, appositamente attrezzate.

Lo scorso 16 ottobre ci siamo recati presso l’AdSP per richiedere il rispetto delle prescrizioni e l’attivazione del monitoraggio delle attività di cantiere. A distanza di un mese, nonostante gli impegni assunti in merito alle problematiche segnalate, non si registrano novità di rilievo e i lavori proseguono come se nulla fosse.

In merito alle lesioni riscontrate sul fabbricato, nessuno si è ancora espresso sulle cause, ivi compresa la proprietà. Nelle ultime ore, quest’ultima ha inoltre dato mandato per l’esecuzione dei lavori alla prima rampa di scale che conduce al primo piano.

La questione, nel suo complesso, per le criticità che ne derivano, potrà assumere il rilievo dovuto solo quando la popolazione avrà piena consapevolezza di quanto è già accaduto e di quanto accadrà.

Noi, intanto, continuiamo a fare la nostra parte.

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P.S.

Gli elaborati grafici sono stati estrapolati dalle relazioni allegate al progetto dell’AdSP “Prolungamento e rafforzamento della diga foranea Duca d’Aosta”.

Si allegano i link ai video delle imprese costruttrici con immagini e informazioni sui luoghi e sulle infrastrutture.

● Porto di Napoli, completati i lavori alla diga D'Aosta ed alla cassa di colmata Vigliena - youtu.be/getayYKbIbU

● Si lavora anche ad agosto, nel porto di Napoli, alla diga Duca d'Aosta ed alla Darsena di Levante - youtu.be/ODYqi9t4GYY

● Napoli, si lavora alla diga Duca d'Aosta ed al completamento della Darsena di Levante - youtu.be/g4vFS_X6fLc

● Prosegue, nel porto di Napoli, l'intervento di ripristino della diga Duca d'Aosta - youtu.be/3Xxzr7i3qA0

● Porto di Napoli, si lavora alla darsena di Levante ed alla diga Duca d'Aosta - youtu.be/rCm6OwOzHdo

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